venerdì 27 dicembre 2013

Almeno

Qualcosa deve essermi successo -prima dei quattro anni perché non ne ho memoria- tanto che io non possa sopportare la vista di polli, conigli, capretti, agnelli e uccelletti morti. Ovviamente non li cucino e non li mangio.
L'altro giorno mi hanno regalato un cappone. E io ho cominciato a tremare. C'era quel laicaccio di mio figlio che mangia qualsiasi cosa edibile e, non volendo essere presa in giro da lui, mi sono detta: gli spiego come fare a prepararlo per la pentola, io lo cucino e lui se lo porta a casa sua. Mi sembrava una mediazione onorevole.
Macché, è andata che ci siamo persi in chiacchiere e ci siamo dimenticati del cappone.
Stamattina mio figlio era a casa sua e la bestia nel frigorifero. Poffarbacco.
Mi sentivo ridicola ad aver paura di affrontare un cappone morto, sicché ho preso la rincorsa tutta la mattina, preparato sedano carote e cipolla e aperto il pacco. Pacco richiuso in un nanosecondo: c'era la testa che mi guardava.
Finita la nausea ho chiamato il mio vicino cuoco ormai pronta alla gogna. È andata bene, tutto sommato: il cappone avrà il suo posto nella catena alimentare. Almeno quello.